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Dolce & Gabbana dall’Italia all’Islam A/R con la collezione Abaya
Dolce & Gabbana sin dagli anni 80 ci hanno abituati a scelte importanti e a scalpori, oggi fanno capolino con la nuova collezione Abaya ed è tutto un vociare, soprattutto nel web e nell’ambiente fashion.
Qualche giorno fa l’azienda ha postato sui propri social la capsule dedicata alle donne musulmane che giustamente hanno il diritto di essere fashion con un marchio italiano.
Di certo non saremo ne i primi ne gli ultimi a parlare di questa scelta stilistica ma vogliamo comunque dire la nostra in merito.
Da qualche anno Domenico e Stefano ci avevano abituati ad un certo senso di patriottismo e di italianità…infatti le ultime collezioni straripavano di città d’arte italiane, amore per la Sicilia, ricami fatti a mano e odi alle mamme.
Oggi però la maison ha deciso di fare capolino nell’ostico quanto “più che mai attuale” mondo islamico con la collezione Abaya, che prende il nome dalla tunica scura e lunga indossata dalle donne musulmane.
E’stato stimato che nel 2019 i musulmani spenderanno circa 484 miliardi di dollari nell’abbigliamento, calzature e accessori, a fronte dei circa 300 miliardi di dollari spesi nel 2014, perciò il burqa tira..
Il mercato è vasto e le griffe amano spingersi in nuove frontiere e portare la propria parola in giro per il mondo, ma di fatto l’hijab ovvero il velo con cui numerose donne islamiche coprono il proprio capo varrà più o meno queste cifre … pare.
Piccola postilla personalizzata…
Se nasci in un contesto sociale dove sin da piccola ti crescono dicendoti che indosserai un velo, tu lo fai, se ti ribelli sono tutti cazzi tuoi…allora lo metti, per cultura e tradizione, ma è giusto che una griffe italiana che porta in giro il made in italy si accosti ad una cultura così diversa dalla nostra?
Ovviamente le modelle che indossano l’hijab sono fighe e sono super accessoriate, abbinano sandali hot e borse in rettile a tuniche ricamate a mano, veli e abiti rigorosi, indossano occhiali da sole vistosi e tempestati di margherite, amano le stampe su preziosi tessuti che diventano leziosi e sexy.
Gli abiti sono vaporosi e i colori neutri puntano sul nero e sul beige, alternandosi a stampe fiori e geometrie.
Sinceramente questa nuova frontiera islamica non mi ha entusiasmato, non tanto come gusto ma quanto come pensiero per cui voglio fare del populismo e dire: “ad ognuno la propria cultura!, noi siamo Italiani, mangiamo la pasta e la pizza, amiamo il pizzo fiorentino, abbiamo i limoni e il sole, il Mediterraneo… possiamo vendere al mercato estero i burqua fashion?
Vediamo come andranno i fatturati con la collezione Abaya.
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