Issey Miyake
Classe 1938, Hiroshima, nasce Issey Miyake il primo stilista, designer, scultore che ha dato vita al filo percettivo che può coesistere oggi tra la moda e l’arte, grazie al suo abito che figurò sulla copertina della celebre rivista americana “Artforum” nel 1982, il primo abito nella storia della moda riconosciuto come opera d’arte.
Nel periodo successivo alla sua laurea nel 1964 si trasferì a Parigi e dopo aver lavorato con Guy Laroche e Huber de Givenchy tornerà a Tokio per poi presentare la sua prima omonima sfilata nel 1971 nella Big Apple.
I suoi operati sono ricerche costanti che traggono ispirazione da arte e architettura e si contendono in un gioco perpetuo di opposti che si attraggono per concludersi in un’armoniosa, perfetta e studiata creazione.
Tradizione e avanguardia, natura e artificialità, artigianato e tecnologia sono gli ingredienti della ricetta nipponica che non è semplicemente uno stile ma un autentico e inimitabile spirito creativo.
Le storie delle sue passerelle sono sempre inaspettate, dai corpetti di plastica ai vestiti di tela cerata, fatti da stoffe che baloccano tra strati, sovrapposizioni e drappeggi in un caos controllato, fino a sbarcare nel magico mondo del plissè.
Insomma è impossibile limitare la personalità di uno stilista tanto visionario come Issey Miyake in una semplice definizione, la soluzione è viverlo in quella linea immaginaria che coesiste tra due mondi, in quel connubio di origami e hi-tech, in quell’impatto tanto minimale quanto complesso e lavorato.
Del resto il creato monastico e misterioso dell’eclettico, enigmatico e singolare outsider è solo “stoffa che ricopre un corpo” in un continuo panta rei tra la più irrazionale creatività e la più razionale legge matematica.
Racchiuderlo in una sola parola sarebbe follia ma per concludere questa breve narrazione sul percorso del “sarto del vento” noi di MeA vogliamo osare… Se fosse metamorfosi?!
“Il design non è per la filosofia, è per la vita”. By Issey Miyake
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